Non tutti i dissidenti iraniani in piazza Farnese hanno condiviso la forma di lotta scelta dai mujaheddin e le loro finalità, e lo stesso accade in Iran: nonostante la protesta anti-ayatollah sia giunta ormai al nono giorno, i «mujaheddin del popolo» sono visti come equivoci, filoamericani e nemici di Tehran.
Ecco la parola magica: “filoamericani”! E’ ben vero—e il manifesto lo sa bene, anche se ha dimenticato di dirlo—che tanto negli Usa quanto nella Ue i mujaheddin sono nelle liste dei più pericolosi terroristi. Ma è ovvio che si tratta di un gioco delle parti : fingiamo di darti la caccia, ma in realtà ti proteggiamo. Chi vogliono fare fesso?
Per nostra fortuna c’è chi capisce le cose al volo e ha la pazienza e la generosità di spiegarle al volgo, che ringrazia commosso (e un po' confuso). Gli scettici diranno (seccati certamente, indignati giammai!) che questa è l’ennesima variante della Teoria del Grande Complotto. Al che i nostri coraggiosi cronisti potranno fin troppo facilmente replicare che non di teoremi si tratta ma di verità assodate, chiare come il sole. Più modestamente, agli accusatori io direi : e se anche fosse? Non sta forse scritto «Non di solo pane vive l’uomo»?
In altre parole: volete mettere? cosa è meglio tra la realtà e il sogno, tra la piatta quotidianità e l'immaginazione senza freni? Ma di questa e altre consimili convinzioni mi assumo soltanto io la responsabilità. Al manifesto lascio invece il monopolio, ben guadagnato, delle verità nascoste, note soltanto a loro, per grazia ricevuta.
[Il presente post è stato pubblicato per la prima volta presso windrosehotel.ilcannocchiale.it il 20 giugno 2003]
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