E’ quanto è capitato giusto ieri. Il sito è quello di Avvenire, sul quale troneggia la stupenda rubrica di Gianfranco Ravasi, “Mattutino”. Ma stavolta Ravasi non c’entra. Infatti in bella evidenza c’era un editoriale in cui s iparlava di Norberto Bobbio, della laicità e dei cattolici.
Il quotidiano cattolico elogiava il tipo di laicità che il filosofo scomparso aveva testimoniato:
«Non la laicità che ignora, che declassa, che semina il dubbio negativo del rifiuto, ma una laicità che nobilita la ragione come voce di una coscienza libera e aperta.»
E concludeva con queste parole, che, a mio avviso, fanno giustizia di tanti luoghi comuni. E danno una mano a chi pensa che abbattere qualche inutile muro sia un’impresa sempre meritoria e nella quale vale la pena di spendersi ogni qual volta ne capiti l’occasione:
Lezione grande pure per noi cattolici che sovente dimentichiamo che la libertà e la libera proposta si rafforzano più con la testimonianza che nei vincoli esterni. Lezione di umiltà poiché non sempre la nostra mediazione di credenti o di Chiesa è all'altezza della posta in gioco e quindi sovente lascia inalterato e magari anche un po' solitario questo incontro misterioso fra Dio e l'uomo in ricerca. La nostra mediazione è senza dubbio importante, funzionale, legata anche al carattere storico delle nostre esistenze, ma le strade di Dio sono tante, anzi sono infinite ed egli è Amore senza esclusioni, senza divisioni, senza dazi. In tutto questo si evidenzia una costante biografica di Norberto Bobbio che è stata evidenziata in questi giorni, cioè quella specie di pensiero mite che viene dall'uso onesto e fedele del proprio intelletto.
Già, le strade di Dio sono tante. Questa è l’idea di laicità più corrispondente alle aspirazioni e al sentire di quei credenti che considerano tutti i fondamentalismi un autentico tradimento di ciò che sta alla base della loro stessa fede. E che sia stato Bobbio l’ispiratore di questa confessione, da parte di un cattolico, dà la misura di quanto ciascuno abbia da imparare da chi professa altre fedi o anche nessuna fede, che non sia quella nell’uomo, nel suo intelletto, nella sua “grandezza”.
L’editoriale fa infine riferimento ad una celebre intervista del filosofo torinese, vale a dire quella rilasciata al Corriere della Sera l'8 maggio 1981, alla vigilia del referendum sull'aborto. «Mi stupisco che i laici lascino ai credenti l'onore di affermare che non si deve uccidere», aveva detto il “papa laico”. Ora, decisamente la questione è estremamente controversa, e non furono pochi i cattolici che, pur contrarissimi all’aborto in sé e per sé, considerarono la legge un male minore e votarono contro l’abrogazione al referendum. Però, il coraggio e l’anticonformismo di Bobbio ancora oggi lasciano attoniti e suscitano ammirazione. E giustamente i cattolici gli rendono omaggio.
Nel sito del Centro “Walter Tobagi” sono disponibili, in un unico documento, il testo dell’editoriale di Avvenire e dell’intervista al Corriere. Su questo blog, inoltre, in un precedente post, vengono segnalati due articoli particolarmente significativi apparsi sulla stampa.
[Questo post è stato pubblicato per la prima volta su windrosehotel.splinder.com il 14 gennaio 2004]
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