Arrivo alle ultime righe, ed ecco la lezione politica. Viene spiegato il titolo della mostra, che è suggestivo e raffinato : 387 d.c. - Ambrogio e Agostino Le sorgenti dell’Europa. E questo è ciò che si legge:
Accade che la mostra si svolga nel mezzo delle polemiche circa la citazione delle radici giudaico-cristiane nella Costituzione europea. I promotori incominciarono a lavorare al progetto più di tre anni fa e nella fase di impostazione del lavoro finirono per preferire il termine «sorgenti» a quello di «radici», pur preso in esame. Sembrò che la parola «sorgente» esprimesse in modo efficace contenuti di vitalità, immediatezza e durata, fecondità e potenza generativa cui attingere. La scelta non è questione solo lessicale, ma di un criterio da offrire a chi si interroga culturalmente, scruta nel presente i segni del passato con lo sguardo rivolto al futuro. Sull’elemento sorgivo punta l’attenzione la Mostra, non su una rivendicazione di acquisizioni e meriti passati: se Ambrogio e Agostino, il loro incontro, meritano di essere ricordati per quello che possono continuare a dire, oltre a quanto pur di fondamentale hanno offerto nel 387 e dintorni.
E’ stata una folgorazione. Più che discutere di «radici» bisognerebbe parlare di «sorgenti», con quel che ne consegue, come è stato egregiamente spiegato: occorrerebbe scrutare nel presente i segni del passato con lo sguardo rivolto al futuro.
[Questo post è stato pubblicato per la prima volta su windrosehotel.ilcannocchiale.it il 15 ottobre 2003]
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