Di conseguenza, per ora, mi limito a qualche suggerimento di lettura pescato qua e là. Su Avvenire, innanzitutto, si leggono un’intervista a Marta Sordi, nota studiosa del mondo classico, docente di Storia Romana alla Cattolica e autrice di numerosi libri, e un articolo di Francesco Botturi, professore di Antropologia Filosofica, anche lui presso l'Università Cattolica di Milano. Interessante anche l’editoriale del Foglio di mercoledì.
“E’ il manifesto dell’identità occidentale come identità ebraica, greca e cristiana,” scrive appunto il giornale di Giuliano Ferrara.
A Marta Sordi, invece,viene chiesto di chiarire un punto fondamentale nel ragionamento del Papa, cioè quello del rapporto tra cristianesimo e filosofia greca:
«La concezione del Dio cristiano, che corrisponde anche alla concezione greca e romana della divinità, è quella di un Dio logos, cioè parola e ragione. Non si tratta mai di un Dio dalla volontà arbitraria, al limite anche contro la ragione. E non si tratta mai di una religione che può essere imposta con la violenza. Un principio che resta valido anche nonostante la smentita pratica rappresentata dalle persecuzioni contro i cristiani: tanto che Tertulliano può rinfacciare ai romani di violare le loro stesse convinzioni.»
Francesco Botturi, per parte sua, mette in evidenza la «positività» del discorso di Benedetto XVI:
[L]a proposta del Papa è tutta sul versante positivo. Non si tratta affatto di «ritornare indietro» rispetto ai momenti di crisi dell'età moderna; si tratta al contrario di riconoscere «le grandiose possibilità» che «lo sviluppo moderno dello spirito (…) ha aperto all'uomo», a condizione, però, di un «allargamento del nostro concetto di ragione e dell'uso di essa», di un concetto di ragione liberato dalle restrizioni odierne dello scientismo e del tecnicismo e delle loro conseguenti «patologie». La fede cristiana per essere esperienza integra, dialogo reale, proposta autentica, ha bisogno di correlarsi ad una ragione, capace di domande grandi, sull'origine e sul senso, dotata del «coraggio» di tutta la vastità del suo ascoltare e del suo interrogare; ha bisogno di sapersi correlata al Logos.
Guarda, io so soltanto che durante i primi anni del suo pontificato Wojtyla era inviso a un mucchio di gente, cattolici praticanti compresi. Una volta l'allora direttore del settimanale diocesano (un prete) fece un titolo cos': "Il Papa va in vacanza.". Sottotitolo: "I poveri no." Dopo qualche anno tutti ad osannarlo, compresi atei, miscredenti, marxisti, laicisti ...
ReplyDeleteInsomma, i giudizi possono cambiare (a volte anche troppo). Io darei tempo al tempo. A me, comunque, Ratzinger sta bene, anche se paragonarlo a un Wojtyla mi sembra ingeneroso: sarebbe come dire che siccome Nanni Moretti non è un Fellini o un Rossellini o un De Sica (Vittorio), allora è soltanto una mezza calzetta ... Suvvia! Anche se, a dire il vero ..., vabbè, comunque col papa Moretti non c'entra niente, sia ben chiaro (thanks God).
Già, dimentivavo che sei un esperto di cinema. Quindi, obtorto collo mi vedo "costretto" a mandar giù il giudizio tranchant sul Nanni--ma tu, sappilo, hai ucciso uno dei miei miti ... ;-)
ReplyDeleteSu Fellini, invece, da incompetente quanto ti pare, mi ribello: eh no! Dove mettiamo Amarcord, La dolce vita, Otto e mezzo, per citare i primi che mi vengono in mente? Però è vero, ha fatto anche qualche schifezza (quando hanno passato in televisione l'ultimo, credo, cioè La voce della Luna, mi sono addormentato sul divano ...).
Una curiosità, da estimatore di De Sica: a quale film ti riferisci? Ladri di biciclette? Miracolo a Milano? Sciuscià? L'oro di Napoli? Io non saprei scegliere.
Ernie, scusa, mi stai forse prendendo in giro? Cribbio, stavo scherzando: io di Moretti ho visto a suo tempo un paio di film (in tv) e da allora mi sono sempre ben guardato non dico di spendere i soldi del biglieto, ma anche di ammirare le sue opere quando arrivano in tv!!! E la politica non c'entra, se fosse per quella non starei neanche qui a parlare del girotondino.
ReplyDeleteVabbè, Otto e mezzo non è il mio preferito tra i film di Fellini, ma la classe non è acqua ...