Se la sorprendente affermazione dell’alleanza moderati-riformisti nelle elezioni iraniane di venerdì scorso troverà conferma nei risultati ufficiali, buona parte del merito andrà ai giovani, che al contrario di quanto avvenne lo scorso anno hanno si sono recati in gran numero alle urne, portando la partecipazione a oltre il 60%.
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Sul ruolo fondamentale che i giovani, e in modo particolare gli studenti universitari, hanno avuto in questa evoluzione non ci sono dubbi. Appena la scorsa settimana, un gruppo di loro ha osato contestare apertamente, con grida di «Via il tiranno», il presidente Ahmadinejad, sfidando il potere, i pasdaran e la polizia religiosa con la determinazione di chi è convinto che, se anche nell’immediato sarà perseguitato, il tempo è dalla sua parte. Ma il contributo maggiore alla sorpresa elettorale è sicuramente arrivato dai circa centomila blogger attivi nel Paese, che hanno reso in breve il farsi la decima lingua più usata sul web. Questi operatori sono riusciti a sostituirsi surrettiziamente alla stampa indipendente, in gran parte soppressa dagli ayatollah, e a tenere viva la fiamma dell’opposizione presso gli oltre 7 milioni di fruitori di internet (su una popolazione di 70 milioni). Ogni tanto le autorità chiudono qualche blog e ne processano i titolari, ma la massa riesce a sfuggire alla censura in un continuo ricorso a nuovi trucchi. Secondo molti osservatori, proprio il massiccio ricorso ai blog ha impresso un’autentica svolta all’opinione pubblica, e con le sue critiche sempre più pungenti al regime, ha spinto molti oppositori a recarsi alle urne.[Leggi il resto]
Qualche informazione sui blogs iraniani si può trovare qui, mentre qui si può consultare una directory dei blogs in inglese scritti da iraniani residenti in Iran o sparsi per il mondo.
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