Hanno torto—Confindustria, gli «economisti», la Corte dei Conti—a criticare questa legge finanziaria? No, non mi pare.
A dirlo—cioè a scriverlo sul Corriere di oggi—è il riformista Michele Salvati, che tuttavia evita di infierire, ed anzi ricorda che
nessuno dei nostri tre soggetti ha mancato di riconoscere gli aspetti meritori della legge, le difficili condizioni sulle quali è intervenuta, i condizionamenti politici cui è soggetta.
Sempre a discarico, ma con un argomento invero a doppio taglio, ecco un bel riconoscimento a chi ha dovuto barcamenarsi tra “condizionamenti” a volte piuttosto pesanti:
tenere insieme su una Finanziaria rigorosa una maggioranza come quella che sostiene il governo e ottenere il consenso dei sindacati è stata prova non piccola di perizia politica.
Credo si possa dire tranquillamente che il Professor Salvati ce l’ha messa tutta per dire nella maniera meno irritante che
[q]uesta prima Finanziaria del centrosinistra (e sottolineo «prima », perché il giudizio serio dovrà essere dato a fine legislatura) affronta i suoi giusti obiettivi — di stabilizzazione, di crescita, di equità — soprattutto dal lato di maggiori entrate, non di minori spese.
Toccante, non vi pare?