Vengo da un periodo di super-lavoro (arretrato), e di conseguenza da una latitanza dal blog e dalla blogosfera in generale terminata ieri notte (cioè oggi, a rigor di data). Sto a poco a poco riprendendo l’ispezione dei blogs di abituale consultazione e, come prevedibile, trovo roba interessante ma datata. Ad esempio
questo pezzo di
Camillo-Christian Rocca su Rudy Giuliani. Apparso sul
Foglio del 14 febbraio, chi lo avesse perso farebbe bene a non lasciarselo scappare un’altra volta. Ottimo per capire quali
chances può avere l’ex primo cittadino di New York—o
“the America’s mayor”, come continuano a chiamarlo alla
Fox News—nella corsa alla candidatura repubblicana alle prossime presidenziali USA.
Suggestiva la conclusione del quadretto. George Will, del
Washington Post, è convinto che presso l’elettorato Rudy avrà il vantaggio della "domanda dei 7 minuti:"
“Al momento della scelta la gente si porrà la domanda dei 7 minuti. Scenario da incubo, siete il consigliere per la sicurezza nazionale. Venite svegliati nel pieno della notte. Avete 3 minuti per ricevere i dettagli di un imminente attacco agli Stati Uniti. Il presidente, da voi avvisato, ha 4 minuti per rispondere. E ora: chi è il candidato che si adatta meglio alla domanda dei 7 minuti?”
Ah, beh, se Rocca capisce di personaggi come capisce di guerra irachena, come capisce di Plamegate, come capisce di Iran, direi che i democratici hanno buone chances.
ReplyDeleteAh, beh, se lo dici tu ...
ReplyDeleteNo, io non ho detto" dico" , ho detto " direi"
ReplyDeleteSe si capisce la differenza.
Il senso era:
ReplyDeleteSe lo dici tu (che "se Rocca capisce di personaggi come capisce di guerra irachena, come capisce di Plamegate, come capisce di Iran, diresti [direi] che i democratici hanno buone chances.")
Se si capisce la differenza.
No!? Davvero era quello, il senso? Ma guarda, non ci sarei mai arrivata.
ReplyDeleteVabbè, un aiutino ...
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