subdolamente propagandato dai mezzi di comunicazione sociale, manipolando ad arte il linguaggio tradizionale, con espressioni che nascondono la tragica realtà dei fatti. Ad esempio, l’aborto viene chiamato interruzione volontaria della gravidanza e non uccisione di un essere umano indifeso […].
Una lettura più completa, secondo la presentazione dell’Elefantino, è a questo punto d’obbligo, dopodiché ognuno è libero di giudicare, ma almeno a ragion veduta. In effetti, il ragionamento di monsignor Amato ha un respiro molto più ampio di quel che si potrebbe pensare fermandosi ai resoconti di cui sopra. Si tratta, infatti, di una riflessione sulle radici e sull’essenza del male che “è dentro di noi e intorno a noi,” tanto che ogni giorno, seguendo quanto riportano i giornali e i telegiornali, o basandoci sulle informazioni che ricaviamo da Internet, “noi assistiamo a un film perverso sul male,” sull’“onda maligna che ci assale quotidianamente.”
Su questa “fenomenologia del male” il segretario della congregazione per la Dottrina della fede, dopo aver richiamato le interpretazioni proposte dai filosofi e dalle religioni non cristiane, ha esposto il punto di vista della Chiesa, utilizzando parole e concetti dello stesso Pontefice. Obiettivamente, il linguaggio è duro, così come la denuncia è senza fronzoli e la via d’uscita proposta senza compromessi, affilate entrambe come una spada:
Il Papa parla di un’atmosfera malvagia, che assomiglia molto a quanto abbiamo detto all’inizio a proposito della fenomenologia del male. Il male oggi non è solo azione di singoli o di gruppi ben individuabili, ma proviene da centrali oscure, da laboratori di opinioni false, da potenze anonime che martellano le nostre menti con messaggi falsi, giudicando ridicolo e retrogrado un comportamento conforme al Vangelo.
“E chi non vedrebbe che ci sono avvelenamenti mondiali del clima spirituale che minacciano l’umanità nella sua dignità, addirittura nella sua esistenza? La singola persona, anzi, le stesse comunità umane sembrano irrimediabilmente abbandonate all’azione di queste potenze. Il cristiano sa che, da solo, neppure lui può riuscire a dominare questa minaccia. Ma nella fede, nella comunione con l’unico vero Signore del mondo, gli è donata l’“armatura di Dio”, con cui – nella comunione dell’intero Corpo di Cristo – può opporsi a queste potenze, sapendo che il Signore ci restituisce nella fede l’aria depurata da respirare – il soffio del Creatore, il soffio dello Spirito Santo, nel quale soltanto il mondo può essere risanato”.
Onde preservare il tutto dall’oblio ho messo al sicuro il paginone del Foglio, inclusa la premessa dell’Elefantino, che trae spunto anche dalla storiaccia della scuola materna di Rignano Flaminio e da un’inchiesta sull’inquietante argomento pubblicata ieri su la Repubblica, a firma di Carlo Bovini, e che può considerarsi—a giudizio del direttore del Foglio—“esemplare del meglio” della professione giornalistica. L’approccio, sia ben chiaro, non è colpevolista, e tuttavia non è tenero verso l’«atmosfera malvagia» che pervade il nostro tempo. Perché il punto, alla fin fine, non è trovare dei colpevoli da dare in pasto all’opinione pubblica inferocita, ma piuttosto di convincersi che non si può vivere come se il male non ci fosse. L’”Apocalisse di ogni giorno” si alimenta anche del silenzio che si vorrebbe far calare sulla tragica realtà del male.
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