Oppure LCdM è soltanto un “ambizioso,” come taglia corto Giannino. Dai tempi dell’assassinio di Cesare—almeno stando a William Shakespeare—quella dell’ambizione è sicuramente un’accusa da non prendere sotto gamba, però non bisognerebbe dimenticare che a Bruto quella celeberrima argomentazione è costata cara … Ricordiamo tutti quel perfido individuo di Marc’Antonio che ripete il mantra: “Ma Bruto dice che Cesare era ambizioso, e Bruto è un uomo d’onore …” Ok, chiedo venia per gli accostamenti, ma, di grazia, da quando in qua, caro Giannino, è una cosa così orribile essere ambiziosi? E poi, parlando fuori dai denti, chissenefrega se quello là è ambizioso?
Con questo non voglio certo spingermi fino a sponsorizzare i toni—ma i contenuti sì, perbacco!— dell’editoriale odierno del Corriere, a firma di Dario Di Vico:
Quegli imprenditori che sono stati capaci in regime di moneta unica (senza le generose svalutazioni di una volta) di riconquistare palmo a palmo decisive quote di export, ora si chiedono perché debbano essere finanziate comunità montane a pochi metri di altezza sul livello del mare, perché i consiglieri della regione Veneto abbiano diritto ai funerali gratis e perché si dilapidi denaro pubblico per tenere in piedi istituzioni quasi inutili come le province. Chiedono se la politica abbia scelto come missione quella di perpetuare se stessa e il suo ricco indotto o piuttosto non debba dedicarsi a costruire l'Italia del 2015.
Una cosa è certa, ed è quella che ha sintetizzato Antonio Polito: Montezemolo ha parlato da leader dei Volenterosi. Un’altra certezza è che Pierferdinando Casini ha condiviso il discorso del presidentissimo, in linea, del resto, con ciò che qualche settimana fa auspicava Bruno Tabacci: un allargamento dell'area Udc a personalità esterne. Se poi alla «nuova borghesia consapevole» di cui parla LCdM siffatta prospettiva possa interessare è ovviamente un altro discorso. Del resto, come ha scritto Giannino,
il presidente dai mille incarichi ha una massima ben chiara: tipico dei veri ambiziosi è farsi portare dalle onde, senza curarsi della schiuma. Non l'ha mica detta un fesso qualunque, ma uno che al potere ha pensato mezza vita e per l’altra l'ha gestito personalmente: Charles de Gaulle.
Ora, c’è un’ultima certezza da spendere a beneficio dei lettori di questo blog: De Gaulle, appunto, non era un fesso. Il resto è sommamente incerto e opinabile. A meno che non ci si fidi di uno che ha una certa esperienza nel settore, e che ha tagliato corto come Giannino (ma con molta più grazia ...): «Il discorso del presidente di Confindustria di ieri? L'ho trovato con un tono troppo didattico. Soprattutto dirò a Montezemolo di non pontificare e di lasciare queste cose ai vescovi». Stiamo parlando—ma occorre dirlo?—di Gilio Andreotti. Eh, eterna Democrazia Cristiana!
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