Ora, si badi bene, un non-cattolico può essere o meno d’accordo con quei principi e quelle regole, sono affari suoi e della visione del mondo che ha (oppure non ha) o della setta, congrega o consorteria cui appartiene. Ma se uno è «cattolico»—che non è esattamente lo stesso che dire, genericamente, «cristiano»—non può, o se si preferisce non dovrebbe, gestirsi come se non lo fosse. Quindi il prelato è in torto marcio, mentre chi eventualmente glielo facesse notare—e gli chiedesse conto del suo agire—sarebbe nel giusto.
La novità di oggi, in materia, è che su la Repubblica si legge un’intervista in cui il cardinale Herranz, giurista e presidente della Commissione disciplinare del Vaticano, esprime con parole che mi sono sembrate misurate e prudenti il suo punto di vista (che poi è quello ufficiale del Vaticano) sulla vicenda. In particolare il cardinale fa presente “che è la Santa Sede la prima ad essere interessata a fare pulizia al suo interno. Sempre se le colpe saranno provate in un adeguato processo.”
Onestamente, a me sembra che il cardinale abbia perfettamente ragione, e questo al di là dell’espressione “fare pulizia,” che è piuttosto forte, ma che è tollerata e anzi quasi d’obbligo quando si discute, ad esempio, di abusi politici e amministrativi, in quanto rende bene l’idea che certi comportamenti non sono accettabili e vanno censurati con fermezza. Per cui proprio non riesco a capire perché, su un blog che ha tanti meriti, e che meritatamente è letto da tanti utenti della blogosfera, si leggano sentenze come questa (e con un titolo piuttosto altisonante e categorico):
Se Dio esistesse, non sarebbe il vostro
A me l'intervista (su Repubblica) al cardinale Herranz sui preti gay, a base di espressioni come "fare pulizia", fa un po' schifo.
Ora, a me sorgono spontanee tre obiezioni:
a) l’intervista non è “a base di espressioni” come “fare pulizia,” in quanto contiene un ragionamento un po’ più articolato (come si evince leggendo il testo, che è riprodotto qui);
b) nel titolo c’è un’evidente incongruità: uno potrebbe risparmiarsi di emettere sentenze su come e cosa dovrebbe essere, a suo modesto avviso, Colui all’esistenza del quale non crede: molto meglio quando Luca Sofri dice la sua su come e cosa dovrebbe essere il segretario del Pd (solo un pochino meno persuasivo sarebbe quando, a lui che è di sinistra, venisse in mente di provare a fare la stessa cosa sul versante CdL);
c) se a qualcuno “fa un po' schifo” l’intervista del cardinale, a qualcun altro potrebbe fare lo stesso effetto un post di 2-righe-2 in cui vengono “sistemati” un cardinale e, sia pure alla lontana e un po' alla buona, nientemeno che Domineddio.
In effetti a me fa abbastanza pena quel blog con certi suoi "tic" da "antropologicamente superiore".
ReplyDeleteQuanto se la tirano...
sul mio blog faccio riferimento al figlio di adriano sofri come 'scippatore di domini'. e la ragione sono i titoli di post come questo tuo di oggi.
ReplyDeletenon nominare il nome di wittgenstein in vano
(per usare terminologie a te care; ovviamente la colpa è del suo scippo)
ciao,
nullo
Guarda, a me sinceramente dispiace vedere come l'intolleranza verso la religione porti molti "intellettuali di sinistra" ad un vero e proprio sacrificium intellectus (un "delitto" dal quale loro dovrebbero teoricamente essere immuni ...).
ReplyDeleteCiao, nullo, come si sa Wittgenstein (Ludwig) non può difendersi ...
ReplyDeleteCaro Roberto,
ReplyDeletesto traslocando il blog dopo un lungo silenzio su http://sciopenauer.blogspot.com... mi dai una mano a farlo sapere in giro?
Grazie
Ciao, Alan. Bentornato in azione. Ti do una mano volentieri. Guarda il prossimo post. A risentirci.
ReplyDeleteMolti intellettuali di sinistra non possono sacrificareil proprio intelletto, avendolo già ipotecato o versato all'ammasso di Partito....
ReplyDeleteNon esageriamo a definire il titolare di quel blog un intellettuale...
ReplyDeleteFa parte della categoria di quelli pagati per i loro cazzeggi.
Gentile DM, "il titolare di quel blog" è una delle migliori penne in circolazione nella blogosfera, e tuttavia penso che anche i migliori possano cadere in errore, a volte. Quindi non condivido sentenze che, onestamente, mi sembrano un po' troppo sbrigative.
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