Che gli stipendi italiani siano «più bassi che negli altri principali paesi dell'Unione europea», come ha rilevato il governatore della Banca d'Italia, Mario Draghi, dovrebbe indurre qualche seria riflessione (soprattutto da parte di chi capisce di economia, ma non solo, evidentemente). In dettaglio, secondo dati Eurostat relativi a industria e servizi privati, nel 2001-02, «la retribuzione media oraria era, a parità di potere d'acquisto, di 11 euro in Italia, tra il 30 e il 40 per cento inferiore ai valori di Francia, Germania e Regno Unito».
Il fatto, poi, che le differenze salariali, rispetto agli altri Paesi, «tendano ad annullarsi per i lavoratori più anziani» potrebbe sollevare l’animo di questi ultimi, purché beninteso non si siano preoccupati di mettere al mondo dei figli.
Che, infine, «il differenziale» sia «minore nelle occupazioni manuali e meno qualificate», potrebbe gettare nel panico chi, all’istruzione dei figli, ha cercato o sta cercando, a costo di qualche sacrificio, di non far mancare niente.
Poi c’è chi si meraviglia che i giovani—preferibilmente precari e acculturati—abbiano trovato in Beppe Grillo il loro Vate. Fortunatamente, questo Paese riesce a produrre non solo comici e bloggers dotati di buon intuito e carisma personale. Ogni tanto viene fuori anche un governatore della Banca d’Italia che ha il coraggio di dire cose anche più sgradevoli (e altrettanto sacrosante).
forse perchè anche lui si sente un pò... precario?
ReplyDeleteMagari la sua (ipotizzata) precarietà potrebbe rivelarsi provvidenziale sotto qualche altro punto di vista ...
ReplyDelete"Che gli stipendi italiani siano «più bassi che negli altri principali paesi dell'Unione europea», [...] dovrebbe indurre qualche seria riflessione"
ReplyDeleteFacciamone, di queste riflessioni.
Innanzitutto, quali sono le cause di questa differenza ? Forse i datori di lavoro italiani sono più avari, o i sindacati meno agguerriti, o i lavoratori meno produttivi, rispetto che all'estero ?
E cosa succederebbe se le aziende cominciassero a pagare a livelli europei ? Che fine farebbero i costi, la competitività già così precaria del settore manifatturiero ?
Dai grafici pubblicati sui quotidiani si rileva che mentre in Italia la retribuzione media cresce più o meno linearmente con l'età, all'estero c'è un picco intorno ai 40 anni, poi man mano cala fino ad arrivare a livelli simili a quelli italiani all'età della pensione. Questo significa che per mantenere un livello di vita uniforme i giovani devono risparmiare di più (quindi spendere meno) rispetto che da noi. Siamo pronti a questi effetti ?
Guarda, non ritenendomi un esperto di economia, mi baso su analisi altrui. Dunque le ragioni per cui ritengo che Draghi abbia ragione le trovi esposte in questo e quest'altro post di B. Della Vedova.
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