Resoconto sintetico in due puntate—di cui questa è la prima—di un lungo
week-end nella patria del Chianti e del Brunello. Non tanto per disintossicarmi dagli argomenti di cui si occupa questo blog—anche se ogni tanto ce n’è bisogno—quanto per puro e semplice altruismo. Nel senso che anche soltanto la condivisione virtuale di una bella esperienza è di per sé un gesto nobile. Ma certamente, qualora l’effetto del post dovesse essere quello di indurre chi ancora non c’è stato ad andarci al più presto, avrei fatto davvero un grande favore ai lettori di questo blog. Le foto che vedete sono mie, e ovviamente non sono un granché (il fotografo è scarsetto, ahimè).
La prima tappa è stata
Greve in Chianti, considerata la capitale del
Chiantishire. Il paese, reso un po’ snob dalla fama che gli inglesi le hanno procurato, ha un aspetto gradevolissimo, particolarmente la piazza, dove campeggia il monumento al grande esploratore
Giovanni da Verrazzano, nato verso la fine del XV secolo in un castello nei dintorni. Ma è il paesaggio—nel quale includo le pietre di cui son fatte tutte le case da quelle parti—la cosa più notevole: dolci colline, vigneti, ulivi e boschi. Un
cocktail eccezionale, che soprattutto in primavera si arricchisce dei profumi emanati da una natura che è stata certamente molto generosa. Il tutto è compendiato ovviamente nel Chianti.
Devo anche dire che ho avuto la fortuna di essere in loco l’ultimo
week-end di aprile, cioè le due magiche giornate in cui a
Montefioralle, cioè un paio di chilometri più su, si degustano i “Vini del Castello.” Una rassegna favolosa, cui presentarsi possibilmente non a stomaco vuoto … Tra i vicoli e le scalinate dell’antico borgo, in mezzo a quelle pietre che parlano, si possono assaggiare i vini di tredici aziende locali, nella molteplicità in cui si esprime l’unità sostanziale del grandissimo vino che qui è l’onnipresente e incontrastato signore.
La seconda tappa è stata
Castellina in Chianti, già in provincia di Siena. Anch’essa di bell’aspetto, ma meno
glamour di Greve, pur con le sue belle case di pietra, per lo più restaurate in maniera impeccabile, e con il bel paesaggio circostante. E naturalmente ottimo vino (ma qui, purtroppo, niente assaggi gratuiti, solo a pagamento).
Infine Monteriggioni (vedi
foto panoramica nel
sito del comune), un magnifico borgo medievale circondato da mura (
citate da Dante nel XXXI canto dell’
Inferno), con quattordici torri fortificate. Ottimamente restaurato, il borgo, oltre che per le mura, si segnala per la Pieve di Santa Maria Assunta (sec. XIII). Anche qui si può apprezzare l’ottima produzione locale di Chianti, purché non vi si arrivi di prima mattina e non ci sia da rimettersi in strada subito dopo (mi raccomando ...).
In un prossimo post il paradiso dei cultori del Brunello, ma anche delle abbazie medievali.