«se dovesse esserci una crisi di governo, l’ipotesi più naturale sarebbe quella di un governo istituzionale e penso che il presidente del Senato sarebbe la prima persona a cui il presidente della Repubblica dovrebbe pensare».
Per la verità, però, Giuliano Ferrara gli aveva chiesto se un governo Marini fosse il suo auspicio, al che Dini ha spiegato che quella, molto semplicemente, sarebbe la prima ipotesi che verrebbe in mente a Napolitano. Maurizio Belpietro, ospite anche lui della trasmissione, ha a quel punto fatto presente che anche un’ipotesi Dini rientrerebbe nel novero delle possibilità. Dini, per parte sua, non ha respinto al mittente la deduzione. Il che mi sembra quanto meno non insignificante.
L’altro ospite di Ferrara era il professor Sartori, il quale ha detto molte cose, la più interessante delle quali a me è sembrata essere la constatazione che l’attaccamento al potere di Romano Prodi va oltre qualsiasi immaginazione. Tra lui e D’Alema direi che c’è una bella gara di buon senso postumo, segno che il tempo è pur sempre galantuomo. Ma Sartori sulla Große Koalition ha stracciato D’Alema, avendola prospettata fin dall’inizio. Come del resto Silvio Berlusconi. A questo punto uno potrebbe ritenersi autorizzato a concludere che il più debole della compagnia sia il ministro degli Esteri, che tuttavia è ritenuto—non a torto, credo—una delle menti più lucide della sinistra riformista.
Adesso, però, ci fermiamo, ché altrimenti, di deduzione in deduzione, di sillogismo in sillogismo, va a finire che ...