Nel primo, Paolo Guzzanti, sul Giornale (l'articolo può essere letto anche qui), racconta ciò di cui è stato testimone diretto per anni, a La Stampa, e a farne le spese sono l’allora direttore del giornale Ezio Mauro, che oggi dirige la Repubblica, Walter Veltroni, che al tempo era il direttore dell’Unità, più il direttore del Corriere della Sera Paolo Mieli e, a turno, i vari vicedirettori de la Repubblica. Un quadro, a dir poco, imbarazzante. Tutto da leggere, un documento da conservare.
Nel secondo, Francesco Merlo, su Repubblica, rivolge i suoi strali non contro “il conflitto di interessi” o “la miseria della politica che in queste intercettazioni vengono esposte,” ma contro “la professione,” contro il giornalismo. “Non è questione di indignazioni pelose,” spiega Merlo, o “dei moralisti stagionali che condannano nell’altrui campo quel che elogiano nel proprio.” Anzi,
sospettiamo che vituperabili e deplorevoli pratiche siano, con dosaggi diversi, bipartisan.
[…]
Di più: sospetto che questi prendano ordine senza che ci sia qualcuno che li comandi. Ancora più zelanti,incarnano una straordinaria maschera italiana: il servo disinteressato.
E questo lo porta fatalmente a riconoscere che “c’è (…) una miserabile censura che cerca il capro espiatorio per verginizzarsi, che si erge a campione del buon gusto e dell’etica.” Di chi sta parlando? Beh, nientemeno che dell’Ordine dei giornalisti.
Dopodiché Merlo torna a rivestire i panni dell’uomo di parte e assesta qualche colpo agli intercettati. Ma ormai quel che ha scritto ha scritto … Da non perdere.
Alla fine, come si diceva, messi assieme con un minimo di scrupolo i vari tasselli forniti da due formidabili testimoni, vedrete che il mosaico avrà preso forma.
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UPDATE Nov. 25, 2007 - 4:45 PM
Ci sono stati sviluppi interessanti. Troppo per un aggiornamento, ma sufficienti per un nuovo post.