Una dieta speciale per la moratoria sull’aborto. Perché siano garantiti fondi al movimento per la vita e ai centri di assistenza che lavorano contro l’aborto, come ha chiesto ieri il giornale dei vescovi e come dovrebbero chiedere i giornali borghesi e laici. Una dieta semplice, che consiste nell’assumere soltanto liquidi dalla vigilia di Natale (dalla mattina della vigilia di Natale) al primo dell’anno (alla mattina del primo giorno del 2008). Non lo chiamo digiuno perché sono grasso, sebbene io pensi in generale di essere felicemente grasso e di recente mi senta un grasso molto in forma, orgoglioso di avere lo stesso peso corporeo (quello mentale è un altro paio di maniche) attribuito a Tommaso d’Aquino.
La dieta, dunque, scade il primo gennaio, e così il diario, si presume, quindi c’è ancora tempo per leggere e per riflettere. Retrospettivamente segnalo la risposta a un’intervista di Carlo Maria Martini a Europa, in cui il cardinale che ha scelto di vivere a Gerusalemme se la prende con gli «atei devoti». Nell’occasione Ferrara insiste sull’idea di “festeggiare il quarantennale della Humanae vitae, e comunque la vita e la famiglia, con cinque milioni di pellegrini a Roma, nella prossima estate,” il che, a suo avviso, “sarebbe un eccellente segno di contraddizione e di modernità della chiesa cattolica.”