D’altra parte, con rispetto parlando, forse il modo in cui il Presidente della Repubblica è stato eletto c’entra qualcosa con questa decisione. Napolitano, comunque, tenendo fede alla promessa, ha motivato la sua scelta. In questi termini (il testo integrale è qui):
«La crisi della maggioranza di governo è avvenuta dopo che in Parlamento si erano aperti spiragli di dialogo per una riforma elettorale e per importanti riforme istituzionali. La modifica della legge elettorale è stata sollecitata anche da una richiesta di referendum dichiarata ammissibile dalla Corte Costituzionale. Per questo ho fatto appello al presidente del Senato di verificare le possibilità di consenso su un preciso progetto di riforma e di un governo che sia funzionale all'approvazione di tale progetto e all'assunzione delle decisioni più urgenti in alcuni campi».
Marini, a sua volta, ha detto che «nelle attese dei nostri cittadini c'è un'attenzione forte alla modifica della legge elettorale». Da cosa derivi questa convinzione non è dato sapere (sondaggi?). Come biglietto da visita—e motivazione per accettare l’incarico—non è un granché, diciamolo. Personalmente, si parva licet, da una persona come Marini mi sarei aspettato qualcosa di più convincente (non voglio dire di più intellettualmente onesto).
Insomma, tutto legittimo, ma che delusione. Che forzatura. E, soprattutto, che noia. I punti esclamativi non li metto di proposito. Buona notte.
L'unico aspetto positivo sarebbe quello di riuscire a votare il referendum prima delle elezioni politiche.
ReplyDeleteDavide
Fra tutta la gente che conosco non c'è nessuno che andrà a votare con l'attulae (incostituzionale) legge elettorale. Nessuno. Davvero. Destra, sinsitra, non contano. Nemmeno le età. Io ho ventidue anni, mio zio sessanta, e siamo della stessa idea. Al limite c'è qualcuno che dice che si umilierà solo se la fazione opposta alla sua dovesse rischiare di prevalere.
ReplyDeleteQuesto comunque è il punto di vista di un milanese, immagino che altrove le cose siano vissute diversamente. Ma in ogni caso, andare al voto e dopo pochi mesi ad un referendum sulla legge elettorale è ridicolo.
Capitato, per un caso "guidato" dalla ricerca di "cadere in piedi", su questo Al voto, al voto - 10 Aprile 2005 ci si può chiedere: siamo fermi allo stesso punto di 2 anni fa?
ReplyDeletePur avendo, personalmente, sostenuto con convinzione la necessità della riforma (non solo elettorale), francamente non credo che ci fossero alternative, allo stato attuale delle cose, alle elezioni subito (una "riformetta" si poteva anche fare, teoricamente, ma spiegare agli elettori del cdx che si facevano "inciuci" con il csx (anche se inciuci non erano, ma fa lo stesso: questa è la percezione, inevitabilmente) era una cosa un po' complicata.
ReplyDeleteTutto si ripete? Secondo me, a parte le apparenze, non è così. Ma c'è materia per un nuovo post. Ciao a tutti.
In effetti è una noia pazzesca.
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