Il segnale di forza non è arrivato tanto dal governo di Silvio Berlusconi, ma dallo Stato. E questo forse rappresenta il miglior risultato che il presidente del Consiglio si potesse augurare nel suo esordio di ieri a Napoli. La vergogna della capitale del Sud sfregiata dai rifiuti ha fatto il miracolo di riunire la maggioranza di centrodestra insieme col resto del Paese. Davanti all’opinione pubblica si è presentato non il solito Cavaliere solitario, ma un esecutivo che ha offerto un’immagine di coesione piuttosto irrituale. Forse faticherà a risolvere i problemi. Eppure ha mostrato di essere consapevole della sfida proibitiva: il che non è poco.
Il messaggio è fortemente, anche se, c’è da sperare, non soltanto, simbolico. Come sono parzialmente simboliche le misure prese in materia di sicurezza e la stessa riunione del Consiglio dei ministri a Napoli, promessa da Berlusconi in campagna elettorale. Ridurre quanto è successo ieri ad una passerella, tuttavia, sarebbe ingeneroso e fuorviante. Lo sforzo è stato quello di prendere decisioni capaci di trasmettere l’impressione di una rottura netta col passato; ed il tentativo sembra riuscito. A renderlo più credibile sono state l’assenza di promesse avventate, ed una certa parsimonia perfino nelle critiche agli avversari.
[…]
Berlusconi ed i suoi alleati indovinano una voglia di Stato che per ora si affida a soluzioni drastiche, e non ammette neppure l’apparenza di cedimenti. L’inizio, dunque, non poteva essere diverso. Una durezza non confortata dal successo, tuttavia, colpirebbe la credibilità delle istituzioni quasi quanto l’assenza di governo.
May 22, 2008
Un nuovo inizio
Sul primo Consiglio dei ministri, tenutosi ieri a Napoli, altro da dire, forse, non c’è. Massimo Franco, sul Corriere, è stato quasi esaustivo. Si può parlare di “rottura con il passato,” come appunto recita il titolo dell’editoriale, ma io preferirei dire—e questo giustifica quel forse e quel quasi—che si tratta di un nuovo inizio, che cioè siamo di fronte al primo annuncio di una fase storica che lascerà il segno e sarà ricordata a lungo. Ed era ora, maledizione, era ora …
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anch'io mi sono ispirato all'editoriale di M.Franco.
ReplyDeleteSperém in ben!