Questa volta Papa Ratzinger è piaciuto ai laici. E siccome è piaciuto ai laici, in quest'occasione non si sono sentite le consuete vibrate proteste contro l'indebita «interferenza» vaticana o contro l'inammissibile «intromissione» ecclesiastica negli affari di uno Stato geloso della propria laicità. Non un proclama. Nemmeno una voce, se non quella solitaria dei radicali cui, si sa, non difetta la coerenza.
Il resto dell’editoriale contiene riflessioni non meno stimolanti (e condivisibili, dal mio punto di vista), dunque male non sarebbe leggerlo per intero. Il discorso, tuttavia, andrebbe forse approfondito su un punto che Battista ha trascurato, ma che, almeno a me, sembra altrettanto evidente rispetto alla circostanza che il vicedirettore del Corriere ha colto ed esposto molto bene: si sta consolidando, e sta diventando quasi “organico” il rapporto tra il papa (e la Chiesa) e Berlusconi (e il centrodestra). Quanto ciò sia merito del Pdl e “colpa” del Pd—che ha fatto la scelta di campo di prendersi i radicali, scelta per altro “naturale” e in linea con tutte le formazioni liberal del mondo—non è facile stabilirlo, ma il dato politico sembra fuori discussione. Anche da questo punto di vista il sistema politico si sta normalizzando: se la Chiesa è su posizioni conservatrici in materia di etica (in senso lato) e bioetica, chi meglio dei moderati e conservatori è in grado di raccogliere il testimone? Veltroni l’ha capito e ha fatto la sua scelta, Berlusconi pure. Questo, se non è il “Paese normale” che speravamo di vedere, poco ci manca.
Detto en passant, l’errore di Casini, in questo scenario, giganteggia in maniera impressionante: tagliato fuori dal rapporto privilegiato tra il papa e il centrodestra, di cui pure il suo partitino farebbe parte, ma al quale (al cdx), per scelta del suo capo, il Ccd si è reso del tutto “superfluo” … Mi domando come possa un leader politico sopravvivere ad un simile scacco matto. E lo dico senza alcuna acrimonia, anzi, dal momento che per Casini chi scrive ha sempre avuto una certa stima e “comprensione.”
Una cosa, infine, è certa: il dietro-front di Berlusconi sul reato di immigrazione clandestina (e su imput papale) è non soltanto, in sé e per sé, una mossa di buon senso, è un autentico capolavoro di diplomazia e di psicologia politica. Quell’uomo, decisamente, ha una marcia in più.
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