Su Sarah Palin si sono dette e scritte molte cose. Un florilegio unico nel suo genere ed una pietra miliare—molto più nel male che nel bene—nella storia delle campagne elettorali americane. E tuttavia è lei, proprio lei, il fenomeno più interessante—più in positivo, stavolta, e per più di un aspetto, che in negativo—e il segno di una svolta che definire epocale non sarebbe esagerato. Leggere cosa scrive Christian Rocca sul Foglio per credere.
Per parte sua, Barack Obama, primo candidato di colore alla presidenza degli Stati Uniti, nonché quasi certo trionfatore della lunghissima corsa elettorale, potrebbe a buon diritto ritenersi defraudato di qualcosa: di essere «il primo», la novità assoluta, e roba del genere.
In entrambi i casi, comunque, ancora una volta l’America è salita in cattedra. Non occorre essere né un simpatizzante di Mr. Obama, né un fan di Mrs. Palin per prendere atto di questa verità. This is America, folks.
This is America, folks. L'America che ha inventato il politically correct, l'America del pensiero unico a livello di mass media (oggi pro B.H.Obama)...
ReplyDeleteInfatti, nel bene e nel male questa è l'America, e fa scuola. Un paese che "non è stato tenero" con quelli che hanno la pelle del colore di Obama, ed ora si appresta ad eleggerne uno alla Casa Bianca. Che ha inventato il politically correct ed ora ha sfornato una Sarah Palin, la quale è riuscita ad oscurare un candidato della caratura umana e politica di John McCain. Ed è anche l'America che è riuscita a macchiarsi di un character assassination (della Palin, of course) senza precedenti nella lunga (e talvolta gloriosa) storia dei suoi media: in questo solo noi italiani siamo stati "meglio" di loro: con Craxi e Berlusconi, ça va sans dire, e pure con qualche altro ....
ReplyDeleteYeah, this is America, folks!