Pare ormai quasi certo: si va al voto. Silvio Berlusconi e Gianfranco Fini non hanno lasciato molto spazio ad altre ipotesi. D’altra parte, il primo, in materia di riforme, ha detto una cosa che mi sembra abbastanza ovvia: «Non abbiamo cambiato idea. Ma non è possibile pensare di attuare riforme importanti in tempi brevi». E chi si esprime diversamente farebbe bene a rifletterci su un po’ meglio—a meno che non dica una cosa e ne pensi un’altra, per motivi che non voglio indagare …
Certo, forse una “riformetta,” frutto di un semplice gentlemen agreement, che rimettesse il voto di preferenza o introducesse qualche altro ritocco ci potrebbe anche stare, accontentando chi proprio non riesce a digerire il “porcellum.” Ma, nella situazione disastrata del dibattito politico attuale, la cosa sembra piuttosto utopistica. Dunque, meglio votare.
Quel «non abbiamo cambiato idea», in ogni caso, è importante, perché significa che, secondo il capo di Forza Italia (o come si deve chiamare, al momento, il suo partito), dopo le elezioni il dialogo con Veltroni può e deve continuare. Questo, personalmente, credo sia l’essenziale. E Walter Veltroni, a mio avviso, farebbe bene ad accontentarsi della prospettiva, senza chiedere agli avversari ciò che lui stesso, al loro posto, con ogni probabilità non potrebbe né vorrebbe concedere.