Perché in un momento in cui si cerca non di toccare la legge 194 — cosa che dovrebbe tranquillizzare tutti, perché è essa che consente di abortire, dichiarando peraltro esplicitamente che l'interruzione della gravidanza non è un mezzo per il controllo delle nascite— bensì di creare una cultura consapevole della realtà dell'aborto, così pochi (tra i quali il Foglio) ricordano Norberto Bobbio e queste sue parole di assoluta chiarezza, molto più difficili da dire allora che non oggi? Forse perché dette in tono pacato, problematico, con l'animo di chi aborre le eccitazioni collettive e le scalmane di piazza, mentre oggi prevale chi le ama e se ne inebria, anche quando si rivolgono contro di lui, ed è felice solo nella ressa dello scontro, nel fumo della battaglia (peraltro poco pericolosa), che invece poco si addice alla ritrosia subalpina di gente come Bobbio o Einaudi?
La domanda è molto più interessante della risposta. Così la pensa anche Giuliano Ferrara, che sul Foglio prende bensì atto di quello che gli è sembrato “un giudizio aspro e indiretto su un Giuliano Ferrara che non esiste, uno scalmanato adoratore delle piazze e della rissa,” ma minimizza pensando alla pars construens del ragionamento, cui riserva una calorosa accoglienza. In effetti fa benissimo. Che poi Magris abbia davvero voluto attaccare il direttore del Foglio è un punto sul quale credo che si potrebbe discutere. Una cosa, a mio modestissimo avviso, è certa: se l’intenzione era quella è riuscito a camuffarla molto bene, tanto che uno può tranquillamente ignorare questo aspetto è concentrarsi sull'altro ...