March 30, 2008

Why Ich Bin Ein Berliner


Because

the German chancellor, Angela Merkel, yesterday became the first world leader to decide not to attend the Olympics in Beijing. […]
Frank-Walter Steinmeier, Germany's foreign minister, confirmed that Merkel was staying away. He added that neither he nor Wolfgang Schäuble, the interior minister responsible for sport, would attend the opening ceremony. […]
Hans-Gert Pöttering, the politician from Merkel's Christian Democratic party who chairs the European parliament, encouraged talk of an Olympic boycott this week and invited the Dalai Lama to address the chamber in Strasbourg, while another senior German Christian Democrat, Ruprecht Polenz, said a boycott should remain on the table.


And because the disclosure that Germany is to stay away from the games' opening ceremonies could encourage Nicolas Sarkozy—who a few days ago said that skipping the opening ceremonies was one of several options that France might adopt in response to China's violence against Tibet—to join in a gesture of defiance. Meanwhile, French foreign minister Bernard Kouchner described the boycott proposal as “interesting.”

Isn't that enough to make one proud to be a Berliner?

Notizie ufficiali (e non) dal Tibet

E’ un aggiornamento interessante sulla situazione in Tibet quello che si legge oggi sul Giornale. Nuovi arresti, proteste anti-cinesi in Nepal, ecc. Peccato che si riportino senza commento anche le “rivelazioni” dell’agenzia ufficiale Nuova Cina relativamente a ritrovamenti vari, da parte della polizia locale, nel monastero di Geerdeng (provincia del Sichuan): 30 pistole, 498 proiettili, due chili di esplosivo e “un numero importante” di coltelli. Come funziona l’informazione (e tutto il resto) in Cina lo sappiamo bene, anche perché la medesima agenzia ufficiale ce ne ha resi edotti a suo tempo. In ogni caso va sottolineato il senso della misura della notizia in questione: se avessero parlato, che so, di fucili mitragliatori, bazooka e, perché no, di missili terra-aria, il mondo intero sarebbe insorto per il colossale, spudorato, tentativo di mistificazione della realtà, invece … Mica scemi.

Comunque, quello che interessa di più sono le parole pronunciate dal presidente del Parlamento tibetano in esilio, Karma Chopel, nel corso di una conferenza stampa presso la sede del Partito radicale non violento transnazionale che lo ospita in questi giorni a Roma.

«Le autorità cinesi hanno detto che entro il 2010 circa 20 milioni di cinesi si trasferiranno in Tibet. Questa è una strategia per annullare le minoranze come hanno già fatto in Manciuria.»

«L'immigrazione forzata dei cinesi in Tibet ha l'obiettivo di annientare le minoranze e come sostiene il Dalai Lama in questi 49 anni è stato perpetuato un genocidio culturale. […] I tibetani sono cittadini di seconda classe nella loro patria e che solo a Lhasa, attualmente, su 300 mila abitanti 200 mila sono cinesi, mentre solo 100 mila sono tibetani.»


A proposito della dichiarazione stilata ieri dai ministri degli Esteri dei 27 Paesi della Ue a Brdo (vedi due post fa), Karma Chopel ha espresso la convinzione che si tratti solo di un primo passo:

«Non è ancora il momento di giudicare il documento di Brdo [...] ci saranno altre iniziative della comunità internazionale che avranno risposte più precise. Noi facciamo appello a tutta la comunità internazionale perché ci sia pressione sulla Cina ma é chiaro che alcune nazioni hanno maggiore responsabilità di
altre.»

L'ottimismo di Karma Chopel è così genuino che finisce per diventare contagioso. Ma è molto probabile che lui stia pensando più a Sarkozy o ad Angela Merkel che a ad altri (quest'ultima è il primo capo di governo al mondo che abbia annunciato la propria non partecipazione alla cerimonia d'apertura delle Olimpiadi).

Nel frattempo, pochi minuti fa su Repubblica (edizione online) viene riportata la reazione ufficiale della Cina al pur timido documento dei 27 ministri degli Esteri della Ue: un portavoce del ministero degli Esteri cinese, Jiang Yu, ha fatto sapere che “Il Tibet e' un affare completamente interno della Cina. [...] Nessun Paese straniero o organizzazione internazionale ha il diritto d'interferire al riguardo.” Se si arrabbiano tanto per così poco, verrebbe da osservare, la pavidità dell'Europa riesce persino comprensibile. Naturalmente escludendo dal ragionamento qualsiasi considerazione di ordine etico. Un lusso (l'etica applicata alla politica internazionale) che la vecchia Europa, del resto, si concede molto di rado.

Just in case you wondered ...

Just in case you wondered why these “Tibetan monks” were so violent in Lhasa ...

Chinese soldiers posing as Tibetan monks - China orchestrated the riots in March 2008!

An Appeal to the Chinese People

From His Holiness the Dalai Lama’s appeal to the Chinese People:

Chinese brothers and sisters, I assure you I have no desire to seek Tibet’s separation. Nor do I have any wish to drive a wedge between the Tibetan and Chinese peoples. On the contrary my commitment has always been to find a genuine solution to the problem of Tibet that ensures the long-term interests of both Chinese and Tibetans. My primary concern, as I have repeated time and again, is to ensure the survival of the Tibetan people’s distinctive culture, language and identity. As a simple monk who strives to live his daily life according to Buddhist precepts, I assure you of the sincerity of my personal motivation.
[…]
Chinese brothers and sisters – wherever you may be – with deep concern I appeal to you to help dispel the misunderstandings between our two communities. Moreover, I appeal to you to help us find a peaceful, lasting solution to the problem of Tibet through dialogue in the spirit of understanding and accommodation.